“Torna a casa”

 

“Porta la mente a casa”

Sono delle frasi di forte potenza evocatoria, risuonano nel nostro profondo. É come se sapessimo che siamo lontani da casa ed abbiamo l’anelito interiore di ritornarci.

Naturalmente è una di quelle anzi molte sensazioni che copriamo con gli impegni e le occupazioni continue, al punto tale che molti di noi non sono neppure consapevoli di questa sete interiore. Un po’ come per tutti gli altri malesseri che non vogliamo consciamente o inconsciamente sentire ed ancor meno affrontare.

Ma questa sete è segno di qualche cosa di molto importante perché da un senso profondo alla nostra vita. Se hai un bisogno, un bisogno vero, ti manca qualche cosa.

Il bisogno sorge da una mancanza.

Vero, possiamo creare un desiderio nelle persone che non sia un bisogno. Gli facciamo credere ad esempio che se non ha l’ultima tecnologia, gli ultimi capi firmati, ecc… non è adeguato. Ma domani o poco dopo qualcun altro gli farà credere che ora invece necessita di qualche cosa di diverso. E così via.

É vorace la mente umana che non ha colmato la sete interiore. É come un pozzo senza fondo che non sarà mai colmo. Sarà facile preda di qualunque venditore, di qualunque distrazione.

Ma l’anelito di tornare a casa sorge da una semplice lontananza.
Dove sei con la mente? Quasi sempre lontano.

Ricordi Gesù al pozzo? “… se uno beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete…” Parla della stessa sete.

Ricorda quelle giornate in cui hai dovuto fare mille cose e finalmente, stanchissimo, ti sdrai sul letto pensando con gioia “finalmente sdraiato, finalmente qui”.
Ecco così è quando ti siedi a meditare. Appena hai compiuto i primi passi nella meditazione e ti si impratichito, appena incominci ad avvicinarti a quella fonte “d’acqua”, il piacere di sederti a meditare ti riempie di gioia ed il primo pensiero sarà:

“finalmente a casa”

 

“finalmente a casa”,

 

e silenzio.