Il Lama tibetano Phakyab Rinpoche è emigrato negli Stati Uniti nel 2003 a 37 anni. Con il diabete e la malattia di Pott ha sviluppato una cancrena nel piede destro e nella gamba. I suoi medici a New York danno tutti la stessa raccomandazione: amputare. Attualmente la cancrena non è curabile con un intervento medico, una volta passata una certa fase, se non per l’amputazione.
P. Rinpoche è un uomo profondamente spirituale, che ha dedicato la sua vita agli insegnamenti del buddismo. Al momento di decidere se amputare o no, interpella il suo mentore, Sua Santità il Dalai Lama. La risposta è semplice: non amputare, ma praticare la meditazione Lung Tsa, autoguarirsi e poi insegnare agli altri il valore della meditazione, dal proprio esempio.
In tibetano, tsa significa canale e ai Lung,polmoni, significa soffio vitale o vento (prana). Riunendo all’unisono mente, respiro e corpo, lung tsa si apre i chakra, elimina gli ostacoli che ci oscurano fino a riconoscere lo spazio puro dell’essere. Questo spazio puro è la sorgente. È una pratica simile agli esercizi di Qi Kung interiore.
Rinpoche non ha dubbi e dice al The Daily Beast “Come buddista, qual è la cosa peggiore che mi potrebbe accadere se muoio? Rinascere di nuovo. Ma se perdo una gamba in questa vita perché non cerco di salvarla, che senso avrebbe? ”
E così comincia a meditare. La gamba continua a peggiorare per un periodo ma dopo nove mesi, il liquido che fuoriesce dalla gamba comincia ad essere chiaro. Il gonfiore si riduce. A dieci mesi, cammina di nuovo. Un anno dopo la sua gamba era tornata “dalla morte” e il diabete sparito.
Ripetiamo: P. Rinpoche è un uomo profondamente spirituale e non raccomandiamo a nessuno di ignorare il parere dei medici. Anzi, ai più oggi diciamo “provate guarivi di un raffreddore o dell’invidia, che è una vera cancrena spirituale e avrete già ottenuto un grande successo!!”
Un gruppo di medici della New York University ha iniziato a studiare Rinpoche e in particolare il suo cervello. Il dottor Bushell e il neuroscienziato Zoran Josipovic, hanno dunque infilato il Lama Rinpoche mentre meditava in uno scanner…
La realtà è che oggi sappiamo che la meditazione può funzionare come pratica di autoguarigione. Ci sono conseguenze neurologiche nel risiedere nell’unicità e nella tranquillità. Ma non sappiamo “il come”, il meccanismo non è ancora chiaro.
Forse è questione di tempo o forse del colore … dei nostri occhiali.