Mikao Usui (Giappone 1865-1926) è il fondatore del Reiki. Di Mikao Usui si tramandano anche i suoi 5 precetti. Comportamenti che hanno profonde radici nella cultura zen-buddista e che, se letti in questa chiave, danno un quadro chiaro del percorso spirituale ma anche morale del Reiki. Qui vogliamo riassumere, analizzarne l’essenza di questi precetti, quindi proporre una semplice meditazione.
I 5 precetti, in forma piuttosto letterale:
L’arte segreta per ricevere benedizioni
Medicina spirituale per molti mali
Solo per oggi
- non ti arrabbiare
- non ti preoccupare
- rendi grazie
- lavora onestamente
- sii gentile con tutti
Siediti, mattina e sera in meditazione, prega con le mani giunte, e con il cuore, la mente e la bocca, riafferma questi precetti.
È il metodo spirituale di Usui di guarigione per la mente ed il corpo
Il fondatore
Mikao Usui
Approfondiamo nel giusto contesto per meglio capire partendo dal testo Giapponese:
Vediamo una traduzione letterale:
招福の秘法 |
Shōfuku no hihō |
L’arte segreta per invitare benedizioni |
萬病の霊薬 |
Manbyō no reiyaku |
Medicina spirituale per molti mali |
今日丈けは |
Kyō dake wa |
oggi solo |
怒るな |
Okoru na |
rabbia no |
心配すな |
Shinpai su na |
preoccupazioni no |
感謝して |
Kansha shite |
Rendi grazie |
業をはけめ |
Gyō wo hakeme |
Lavora diligentemente |
人に親切に |
Hito ni shinsetsu ni |
Sii gentile con le persone |
朝夕合掌して心に念じ |
Asayū gasshō shite kokoro ni nenji |
mattina e sera, mani giunte in preghiera |
口に唱へよ |
Kuchi ni tonae yo |
ricorda con la bocca e col cuore |
心身改善 |
Shinshin kaizen |
Per migliorare in mente e corpo |
臼井霊氣療法 |
Usui Reiki Ryōhō |
metodo Reiki Usui |
肇祖 |
Chōso |
il fondatore |
臼井甕男 |
Usui Mikao |
Mikao Usui |
Va sottolineato che questi precetti non si discostano particolarmente dalla cultura zen – buddista, ad esempio nel libro “Kenzon no Genri” (Principi di benessere) scritto da Dr. Suzuki Bizan, pubblicato nel Marzo 1914, si legge “solo per oggi, non ti arrabbiare, non temere, sii onesto, lavora sodo e sii gentile con gli altri” e forse questo testo o altri insegnamenti in circolazione a quel tempo, possono aver correttamente ispirato Mikao Usui.
Data la difficoltà di tradurre propriamente il testo Giapponese, che facendo uso di simboli ha nella lingua originale un impatto completamente diverso dall’uso delle parole, sono nate molte versioni diverse dei precetti, più o meno fedeli all’originale.
Ma abbandonando la storiografia analizziamo brevemente l’essenza dei precetti, anche se ognuno meriterebbe molto più spazio:
- “solo per oggi“: è da riaffermare tutti i giorni verbalmente e con il cuore, mattina e sera. Pregando, meditando con tutto noi stessi. Quindi implicitamente ci dice di dimenticare il passato ed il futuro e di proporsi dei piccoli passi, passi che ci sentiamo in grado di fare.
- “non ti arrabbiare“: abbandona la rabbia. La rabbia è forse l’emozione negativa più devastante, specialmente in una cultura di samurai. La rabbia nasce dal non accettare che le cose siano in modo diverso da come le vogliamo, da come pensiamo che debbano essere. Nasce dal sentire gli altri fare o dire cose che noi non vogliamo che facciano o dicano. È quindi l’emozione negativa principe. Liberarsi della rabbia, significa piena accettazione della realtà, significa scegliere per la pace. Abbandonando la rabbia viene più facile poi abbandonare tutte le altre emozioni negative.
- “non ti preoccupare“: ha a che vedere con la paura. Abbandona la preoccupazione, l’ansietà, è abbandonare il passato ed il futuro, vivere nel momento presente. Insegna correttamente il koan Zen: “cosa manca in questo momento?” Al quale si può solo rispondere “nulla”. Nel singolo istante non c’è preoccupazione ne intenzione, solo presenza. Invece, per vivere nel tempo senza preoccupazioni abbiamo bisogno di fede. Come per la rabbia, rinunci a controllare la realtà, la accetti e ti rimetti ad una saggezza superiore.
- “rendi grazie“: ovvero sviluppa umiltà e gratitudine. Il primo passo per andare avanti è essere grati di ciò che si è e di ciò che abbiamo. Al tempo stesso per rendere grazie dobbiamo diventare umili, non pensare che siamo solo noi che gestiamo la realtà, ma c’è qualche cosa di più grande a cui essere devoti.
- “lavora onestamente“: lavora diligentemente e sii onesto. Anche nella nostra tradizione riteniamo che il lavoro nobiliti l’uomo. La massima benedettina “ora et labora”, prega e lavora, è molto vicina a questi precetti. Insito in questo precetto vi è anche il richiamo all’attenzione. Prestare attenzione a quello che si fa invece di agire pensando ad altro. L’onestà ha molto a che vedere anche con la ricerca della Verità. Pensa, parla, opera in Verità.
- “sii gentile con tutti“: sii gentile, compassionevole, caritatevole con tutti. È uno dei fondamenti del buddismo, ma anche della cultura cristiana. Non fare del male, non innalzarsi, operare per il bene di tutti, non dimenticare gli ultimi…
- “mattina e sera, mani giunte in preghiera…“: prega, medita giornalmente. Dedica degli spazi alla pratica. Afferma continuamente questi precetti (o precetti simili) perché questo ti aiuterà a crescere, a stare meglio, nella mente e nel corpo.
Meditazione
Proponiamo una breve meditazione immaginando di focalizzarci e ripetere nella mente e cuore l’essenza di questi concetti.
Trasformiamo i primi due precetti in forma affermativa, piuttosto che utilizzare la forma originale negativa. Ovvero non focalizziamo l’attenzione su da cosa dobbiamo allontanarci, ma su cosa vogliamo essere.
Ora,
entriamo in meditazione,
entriamo nel momento,
con calma, gentilezza, affermiamo,
con lunghe pause in modo da sentire il nostro corpo e la nostra mente che si pervadono delle sensazioni:
- sento la pace che è in me, …, la pace si espande, …., sono pace
- sento la fede* che è in me, …, la fede si espande, …, sono fede
- sento la gratitudine che è in me, …, la gratitudine si espande, …, sono gratitudine
- sento la rettitudine ed onestà** che sono in me, …, rettitudine ed onestà si espandono, …, sono rettitudine ed onestà
- sento la compassione che è in me, …, la compassione si espande, …, sono compassione
Sono esperienze bellissime.
* per chi ha difficoltà con la fede ovvero con la devozione può sostituire la fede con “Presenza“. Il precetto infatti prevede di non preoccuparsi, ovvero: non avere la mente occupata con il futuro o con quanto successo nel passato. Insegna correttamente il koan Zen: “cosa manca in questo momento?” al quale si può solo rispondere “nulla”. Nel singolo istante non c’è preoccupazione ne intenzione, solo presenza.
** al posto di “rettitudine ed onestà” si può usare “Attenzione“: in alcuni casi concentrarsi su “rettitudine ed onestà” fa nascere nella mente mille pensieri e ci riporta alle volte in cui non lo siamo stati o in cui crediamo gli altri non lo siano stati con noi. Questo porta la mente a distrarsi fortemente se non abbiamo la mente ancora ben salda. L’Attenzione invece ci spinge alla presenza mentale in quello che facciamo, anche a meditare meglio.