Se non conoscessi il corpo umano e trovassi una mano. E da un’altra parte, in un’altro tempo, una costola. E infine un piede, non diresti cha appartengono allo stesso corpo. Stoicismo, Taoismo, Buddismo, Confucianesimo e Cristianesimo, nonostante le loro diverse origini geografiche e culturali presentano sorpendenti punti di contatto nella loro concezione della vita e nella pratica. Non si tratta di fare di tutta l’erba un fascio, ma di riconoscere a ciascuna approccio la sua dignità.
Significato della vita
Il significato della vita per gli stoici si concentra sulla virtù e sul vivere in armonia con la ragione naturale, che governa l’universo. Secondo la filosofia stoica, che ha origini nell’antica Grecia e si è sviluppata attraverso figure come Zenone di Cizio, Seneca, Epitteto e Marco Aurelio, il fine ultimo della vita è vivere in conformità con la natura. Ciò significa riconoscere e accettare il proprio ruolo nell’ordine naturale delle cose e agire in modo virtuoso, ossia con saggezza, coraggio, giustizia e moderazione.
Gli stoici credevano che la virtù fosse l’unico bene e che tutto il resto, come la salute, la ricchezza e il successo, fossero indifferenti, non intrinsecamente buoni o cattivi. La felicità, per gli stoici, non derivava da fattori esterni ma dalla propria condotta interna e dal mantenimento di uno stato d’animo imperturbabile (apatia) di fronte alle avversità, alle passioni e ai desideri. Così facendo, l’individuo potrebbe vivere in armonia con la volontà divina o con la logica universale (logos), raggiungendo la tranquillità dell’anima e la vera felicità.
Questa prospettiva mette in luce l’importanza del controllo interiore, dell’autosufficienza e della responsabilità personale, invitando l’individuo a concentrarsi su ciò che è sotto il suo diretto controllo (le proprie azioni e atteggiamenti) e a non lasciarsi turbare da ciò che è fuori dal suo controllo.
Virtù
La virtù stoica è indivisibile e unica, ma per praticità viene suddivisa in quattro qualità cardinale:
Saggezza (Sophia): La capacità di comprendere il mondo e di prendere decisioni in armonia con la ragione naturale. Include la consapevolezza di ciò che è bene, ciò che è male, e ciò che è indifferente.
Coraggio (Andreia): Non solo nel senso fisico, ma anche come la forza di affrontare le sfide della vita, inclusi il dolore, la sfortuna, e la morte, senza temere o desiderare ciò che è fuori dal nostro controllo.
Giustizia (Dikaiosyne): Riguarda il comportamento corretto verso gli altri, basato sul riconoscimento del valore sociale dell’individuo e sul rispetto dei diritti e delle esigenze altrui. Include l’onestà, la beneficenza, e l’equità.
Moderazione o Autocontrollo (Sophrosyne): La capacità di governare i propri desideri e le proprie passioni, mantenendo un equilibrio interiore e resistendo agli eccessi.
Gli stoici sostengono che la virtù sia l’unico vero bene e che sia sufficiente per la felicità. Tutto il resto, incluso il dolore, la ricchezza, la salute e lo status sociale, è considerato “indifferente” (adiaphora), nel senso che non contribuisce né alla felicità né alla sua assenza. Gli “indifferenti” possono essere preferiti o non preferiti, ma non hanno valore etico in sé e non dovrebbero mai compromettere l’impegno verso la virtù.
La virtù, per gli stoici, è anche intrinsecamente pratica: non si tratta solo di un ideale teorico, ma di una guida per l’azione quotidiana. Vivere virtuosamente significa esercitare costantemente giudizio, autocontrollo, e integrità, indipendentemente dalle circostanze esterne. Questo approccio alla vita mira a sviluppare un carattere forte e resiliente, capace di affrontare le avversità con serenità e di vivere una vita piena di significato e scopo, in armonia con l’universo.
La linea temporale
Taoismo: Le radici del Taoismo possono essere fatte risalire al VI secolo a.C., sebbene la datazione esatta sia oggetto di dibattito. La figura centrale è Laozi, tradizionalmente considerato l’autore del “Daodejing” (Tao Te Ching), il testo fondamentale del Taoismo. Ma l’origine del “I Ching” o “Libro dei Mutamenti”, uno dei testi Taoisti più antichi e importanti della letteratura, si perde nella preistoria.
Confucianesimo: Confucio (Kong Fuzi), il fondatore del Confucianesimo, visse tra il 551 e il 479 a.C. Il Confucianesimo si sviluppò come una filosofia etica e sociale durante il Periodo delle Primavere e degli Autunni e il Periodo degli Stati Combattenti in Cina.
Buddismo: Il è fatto risalire al V secolo a.C. con la vita e gli insegnamenti di Siddhartha Gautama (il Buddha), in quello che è oggi il Nepal e l’India settentrionale. Dopo la sua illuminazione, il Buddha iniziò a diffondere i suoi insegnamenti sulla sofferenza, la causa della sofferenza e il percorso per superarla.
Stoicismo: fondato da Zenone di Cizio intorno al 300 a.C. a Atene, Grecia. Si sviluppò come una delle principali scuole di filosofia ellenistica, con influenti sostenitori come Seneca, Epitteto e Marco Aurelio. Ha influito fortemente su tutto il pensiero occidentale sino ad oggi. (Zenone, nato a Cipro intorno al 334 a.C., si trasferì ad Atene da giovane dove fondò la Scuola Stoica. Insegnò e visse ad Atene per il resto della sua vita).
Cristianesimo: ebbe origine nel I secolo d.C., basato sulla vita e gli insegnamenti di Gesù di Nazareth. La diffusione del cristianesimo fu inizialmente concentrata nel Medio Oriente e nel bacino del Mediterraneo, espandendosi poi in Europa e in altre parti del mondo.
Stoicismo e Taoismo
Armonia con la Natura: Entrambe enfatizzano l’importanza di vivere in armonia con la natura o con il corso naturale delle cose. Gli stoici parlano di vivere in accordo con la ragione universale (Logos), che governa il mondo, mentre il Taoismo insegna il seguimento del Tao, ovvero la via o principio fondamentale che è alla base di tutto l’universo.
Accettazione: Sia lo Stoicismo che il Taoismo insegnano l’accettazione delle circostanze della vita che non possono essere cambiate. Questa accettazione non è passiva, ma una riconciliazione attiva con il flusso naturale degli eventi, conducendo a una pace interiore.
Controllo Interiore: Entrambe le tradizioni pongono l’accento sul controllo interiore e sull’autodisciplina come mezzo per raggiungere una vita serena. Gli stoici si concentrano sul controllo delle proprie reazioni e delle proprie emozioni di fronte agli eventi esterni, mentre il Taoismo suggerisce di coltivare un atteggiamento di non-azione (Wu-wei), che non è inattività ma un’azione senza sforzo che segue la natura delle cose.
Semplicità: Sia il Taoismo che lo Stoicismo valorizzano la semplicità nella vita come mezzo per mantenere la serenità e ridurre le complicazioni. Questa semplicità è intesa sia in termini materiali che spirituali, promuovendo un’esistenza centrata sull’essenziale e sulla tranquillità interiore.
La virtù come bene supremo: Gli stoici ritengono che la virtù — intesa come saggezza, giustizia, coraggio e moderazione — sia l’unico vero bene. Anche se il Taoismo non utilizza esattamente lo stesso concetto di virtù, promuove qualità simili attraverso la virtù di “Te” (potere virtuoso), che si manifesta vivendo in armonia con il Tao.
Auto-miglioramento e consapevolezza: Entrambe le filosofie vedono la vita come un percorso di auto-miglioramento e di sviluppo della consapevolezza personale. Questo processo richiede riflessione, meditazione e l’esercizio costante della virtù o del cammino corretto.
Differenze
Fondamenti Metafisici e Cosmologici: Lo Stoicismo si basa su una visione del mondo fortemente logocentrica, considerando la ragione (Logos) come principio fondamentale che ordina l’universo. Gli stoici vedono l’universo come razionale e strutturato, e l’umanità ha il compito di allinearsi a questa razionalità universale attraverso la virtù.
Il Taoismo, invece, enfatizza l’indeterminabilità e l’indescrivibilità del Tao, il principio fondamentale dietro tutte le esistenze. Il Tao è al di là della comprensione umana razionale e non può essere espresso pienamente a parole. Il Taoismo valorizza il mistero, l’armonia spontanea e il fluire con la natura piuttosto che l’imposizione di una struttura razionale.
Approccio all’Azione e alla Non-Azione:
Gli Stoici promuovono l’azione virtuosa attiva come mezzo per vivere in accordo con la natura e la ragione. L’etica stoica incentiva l’individuo a impegnarsi attivamente nel mondo sociale e politico in modo virtuoso.
Il Taoismo valorizza il concetto di “Wu-wei“, o “non-azione”, che non significa inattività ma piuttosto un’azione senza sforzo che segue il flusso naturale del Tao. L’idea è quella di agire in modo spontaneo e in armonia con l’universo, minimizzando gli sforzi forzati e artificiali.
Relazione con le Emozioni:
Lo Stoicismo insegna che le emozioni negative derivano da giudizi errati e che la virtù e la saggezza possono permettere all’individuo di superarle. Ciò comporta un forte controllo interiore e una distanza emotiva dagli eventi esterni.
Il Taoismo, pur non incoraggiando il lasciarsi sopraffare dalle passioni, tende a vedere le emozioni in modo più integrato con l’esperienza umana. La filosofia taoista suggerisce di fluire con le emozioni naturali in modo equilibrato, in armonia con il Tao.
Stoicismo e buddismo originario
L’importanza dell’autocontrollo e della disciplina interiore: Sia lo stoicismo che il buddismo pongono un forte accento sull’autocontrollo, sulla disciplina della mente e sul superamento delle passioni o desideri eccessivi. Entrambe le filosofie vedono la causa della sofferenza nell’attaccamento eccessivo ai beni materiali, alle emozioni negative o ai desideri.
La ricerca della serenità interiore: Stoici e buddisti cercano una forma di pace o serenità interiore che sia indipendente dalle circostanze esterne. Lo stoicismo promuove l’apatia (un termine che originariamente significava assenza di sofferenza più che indifferenza) come stato in cui l’individuo è liberato dal dominio delle passioni. Analogamente, il buddismo insegna il raggiungimento del Nirvana, uno stato di liberazione dal ciclo delle rinascite e dalla sofferenza.
La visione della sofferenza e del suo superamento: Entrambe le filosofie offrono una diagnosi e una cura per la sofferenza umana. Lo stoicismo sostiene che la sofferenza derivi da giudizi errati e da un’errata percezione degli eventi come buoni o cattivi, mentre il buddismo identifica il desiderio, l’ignoranza e l’attaccamento come cause della sofferenza, proponendo la pratica dell’Ottoplice Sentiero come via di superamento.
L’accento sull’etica e sulla condotta morale: Sia lo stoicismo che il buddismo originario condividono un forte impegno nei confronti dell’etica e della moralità, enfatizzando l’importanza di vivere una vita virtuosa. Nel buddismo, i precetti etici sono incorporati nell’Ottoplice Sentiero e nei Cinque Precetti, che includono direttive su come vivere in modo retto. Analogamente, la virtù è centrale nello stoicismo, considerata l’unico bene e la chiave per una vita felice.
L’importanza del momento presente: Entrambe le filosofie sottolineano l’importanza di vivere nel momento presente e di praticare la consapevolezza. Gli stoici, attraverso la pratica dell’esame di sé e della consapevolezza delle proprie azioni e pensieri, cercano di vivere in armonia con la natura e la ragione. Il buddismo, in particolare attraverso la pratica della meditazione, enfatizza la piena consapevolezza del momento presente come mezzo per comprendere la vera natura dell’esistenza.
Differenze
Ontologia e Cosmovisione: Lo stoicismo si basa su una visione materialista e logocentrica dell’universo, dove tutto è permeato da un principio razionale (Logos) che ordina il cosmo. La realtà è vista in termini di un ordine naturale razionale, e gli esseri umani hanno il compito di vivere in armonia con questo ordine.
Il buddismo propone una visione della realtà basata sul concetto di “vuoto” (śūnyatā), negando l’esistenza di un sé permanente (anattā) e mettendo in evidenza la sofferenza come caratteristica intrinseca dell’esistenza (dukkha). Il suo approccio alla realtà è meno focalizzato su una struttura razionale dell’universo e più sulla natura transitoria e interconnessa di tutte le cose.
Approccio alla Sofferenza:
Gli stoici vedono la sofferenza principalmente come risultato di giudizi errati e di attaccamento a cose fuori dal nostro controllo. La liberazione dalla sofferenza si ottiene attraverso la ragione, il controllo delle emozioni e l’accettazione del destino.
Il buddismo insegna che la sofferenza deriva dal desiderio, dall’attaccamento e dall’ignoranza. La via d’uscita dalla sofferenza passa attraverso la comprensione profonda della natura dell’esistenza, pratiche meditative che sviluppano la consapevolezza e la compassione, e il seguire l’Ottoplice Sentiero verso il Nirvana.
Pratiche Spirituali:
Lo stoicismo enfatizza la riflessione razionale, l’autodisciplina e l’esercizio filosofico come mezzi per raggiungere la virtù e la tranquillità interiore. Le pratiche stoiche sono principalmente orientate verso l’auto-miglioramento morale e la resistenza psicologica.
Il buddismo offre una gamma più ampia di pratiche spirituali, inclusa la meditazione profonda, il canto, le preghiere, i ritiri spirituali e le cerimonie, con l’obiettivo di raggiungere la liberazione dal ciclo delle rinascite (samsara) e l’illuminazione (bodhi).
Obiettivi Ultimi:
L’obiettivo ultimo dello stoicismo è vivere una vita virtuosa in armonia con la ragione naturale, raggiungendo così la tranquillità interiore e la felicità indipendentemente dalle circostanze esterne.
L’obiettivo ultimo del buddismo è il raggiungimento del Nirvana, uno stato di liberazione dall’attaccamento, dalla sofferenza e dal ciclo delle rinascite, attraverso la comprensione profonda della vera natura dell’esistenza.
Metafisica e Teologia:
Lo stoicismo adotta una visione panteistica, identificando Dio con il Logos o la ragione universale che permea il cosmo. La divinità è immanente nel mondo e identificabile con la natura stessa.
Il buddismo, soprattutto nelle sue forme originarie, tende a essere non-teistico, focalizzandosi sulla pratica e sulla comprensione diretta piuttosto che su concetti teistici di Dio. Il Buddha non è venerato come un dio, ma rispettato come un maestro illuminato che ha indicato la via verso la liberazione.
Stoicismo e Confucianesimo
Importanza della Virtù e del Carattere Morale: Stoicismo: Enfatizza la virtù come il bene più alto e l’unico necessario per una vita felice. Le virtù principali includono la saggezza, la giustizia, il coraggio e la moderazione.
Confucianesimo: Pone al centro la coltivazione della virtù personale, soprattutto attraverso i concetti di Ren (benevolenza o umanità), Yi (rettitudine), Li (rituale o etichetta corretta), e Zhi (saggezza).
Ruolo Centrale dell’Etica nelle Relazioni Sociali: Stoicismo: Pur enfatizzando l’indipendenza interiore e l’autosufficienza, insegna anche l’importanza della giustizia e del dovere verso gli altri, promuovendo un senso di fratellanza universale.
Confucianesimo: Pone grande enfasi sulle relazioni sociali armoniose, regolate dai Cinque Rapporti (Wu Lun) e dall’importanza del Li, o etichetta corretta, per mantenere l’ordine e l’armonia nella società.
Autocontrollo e Governare le Proprie Passioni: Stoicismo: Insegna l’importanza del controllo delle proprie passioni e desideri attraverso la ragione, per mantenere un’anima equilibrata e serena.
Confucianesimo: Sottolinea la necessità di moderazione e autocontrollo, in particolare attraverso la pratica del Zhong (equilibrio) e la coltivazione di un atteggiamento equilibrato verso la vita.
L’importanza dell’Educazione e dell’Auto-miglioramento: Stoicismo: Vede l’educazione filosofica e la pratica continua come fondamentali per sviluppare la virtù e migliorare il sé.
Confucianesimo: Assegna grande valore all’apprendimento e allo studio come mezzi per migliorare se stessi e raggiungere la virtù, con un’enfasi particolare sulla coltivazione continua del carattere.
La Ricerca della Saggezza e della Conoscenza: Stoicismo: La saggezza è considerata la virtù principale, la capacità di vivere secondo la ragione e in armonia con la natura.
Confucianesimo: La saggezza (Zhi) è una delle virtù centrali, intesa come la capacità di agire con giudizio corretto e di conoscere il momento giusto per agire o astenersi dall’azione.
Approccio Pratico alla Filosofia: Stoicismo e Confucianesimo condividono un approccio pragmatico alla filosofia. Entrambi vedono la filosofia non solo come una teoria ma come un modo di vivere, con l’obiettivo di migliorare la vita individuale e sociale attraverso la pratica virtuosa.
Differenze
Fondamenti Metafisici: Stoicismo: Si basa su una visione panteistica del mondo, in cui la ragione (Logos) permea l’universo, e tutto ciò che accade è determinato da un destino razionale. La comprensione e l’accettazione di questo ordine razionale sono centrali.
Confucianesimo: Anche se non disconosce l’esistenza di forze spirituali o di un ordine cosmico (come il Mandato del Cielo), è più concentrato sulle relazioni umane, l’etica sociale e il ruolo degli individui all’interno della società. La metafisica confuciana è più implicita e centrata sull’uomo rispetto a quella esplicitamente cosmologica e razionalista degli stoici.
Ruolo della Religione e della Spiritualità: Stoicismo: Nonostante la sua enfasi sul Logos e alcuni aspetti che potrebbero essere interpretati in termini spirituali, lo stoicismo è fondamentalmente una filosofia che pone l’accento sull’etica e la logica.
Confucianesimo: Integra pratiche rituali e un profondo rispetto per gli antenati e la tradizione, considerando questi aspetti vitali per il mantenimento dell’ordine sociale e personale. Il ruolo dei riti (Li) nel Confucianesimo sottolinea l’importanza delle espressioni esteriori della virtù e dell’ordine sociale.
Approccio all’Emotività: Stoicismo: Insegna la moderazione delle passioni per mantenere la serenità interiore, promuovendo un certo distacco emotivo come mezzo per raggiungere la tranquillità dell’animo.
Confucianesimo: Mentre sottolinea anche l’importanza della moderazione, il Confucianesimo valorizza profondamente le emozioni come parte integrante delle relazioni umane, purché siano espressi in modo appropriato secondo il Li.
Enfasi sulla Società e sul Ruolo Individuale: Stoicismo: Pur riconoscendo l’importanza della società, tende a concentrarsi sullo sviluppo interiore dell’individuo, sull’autosufficienza e sulla capacità di rimanere inalterato dagli eventi esterni.
Confucianesimo: Pone grande enfasi sull’armonia sociale, sul rispetto delle gerarchie e sui doveri reciproci all’interno di vari tipi di relazioni interpersonali. Il successo morale dell’individuo è intimamente legato al suo contributo all’ordine e al benessere della famiglia e della società più ampia.
Visione Cosmologica: Stoicismo: Offre una visione cosmologica in cui il mondo è unito da un destino comune, e ogni individuo ha un ruolo da svolgere all’interno di questo ordine universale razionale.
Confucianesimo: Sebbene riconosca un ordine cosmico, è più focalizzato sull’ordine sociale e morale umano che sull’ordine universale. La rettitudine personale e l’armonia sociale sono viste come riflessi dell’ordine cosmico, ma l’attenzione è principalmente sulle dinamiche umane.
Stoicismo e cristianesimo originario
La Logica del Logos: Lo Stoicismo parlava del Logos, un principio razionale che governa l’universo, concezione che ha trovato eco nel cristianesimo attraverso il concetto di Logos come parola di Dio o Cristo, esemplificato nel prologo del Vangelo di Giovanni. Questa nozione di un principio ordinatore razionale o divino che permea il cosmo e guida l’umanità ha creato un terreno comune tra le due filosofie.
L’Etica Universale: Entrambe le tradizioni enfatizzano l’importanza di un’etica universale e della fraternità umana. Gli stoici parlavano di un’umanità unita nella razionalità e nell’etica, sottolineando doveri morali come la giustizia e la benevolenza verso tutti gli esseri umani. Il cristianesimo, con il suo comando di amare il prossimo come se stessi e l’idea di un’umanità unita sotto Dio, risuona con queste concezioni stoiche.
Virtù e Vizi: La dottrina stoica delle virtù (saggezza, coraggio, giustizia, temperanza) e dei vizi opposti trova paralleli nel cristianesimo, in particolare nella nozione di peccato e nelle virtù teologali (fede, speranza, carità) e cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza). Entrambe le tradizioni vedono la virtù come essenziale per una vita buona e significativa.
Controllo di Sé e Passioni: Lo stoicismo insegna il controllo delle passioni attraverso la ragione e la virtù, un’idea che trova eco nella dottrina cristiana originaria dell’autocontrollo e nella lotta contro le passioni peccaminose. Entrambi vedono le passioni incontrollate come ostacoli alla realizzazione spirituale e morale.
La Sofferenza e il suo Superamento: Stoici e cristiani condividono una visione profonda sulla sofferenza. Gli stoici vedono la sofferenza come qualcosa che può essere superato attraverso la virtù e la comprensione che ciò che veramente conta è al di fuori del potere della sofferenza di toccarci. Il cristianesimo, attraverso l’esempio di Cristo e la croce, offre una visione redentiva della sofferenza, vista come mezzo di purificazione e strumento di salvezza.
Prospettiva Cosmopolita: L’idea stoica del cosmopolitismo, che considera tutti gli esseri umani cittadini di un’unica grande comunità (il cosmo), ha trovato riscontro nella visione cristiana dell’universalità della salvezza e della comunità dei credenti come corpo di Cristo, al di là delle divisioni etniche o sociali.
Differenze
Teologia e Concezione di Dio: Lo stoicismo adotta una visione panteistica dell’universo, considerando Dio e il mondo come sostanzialmente identici o espressioni del medesimo principio razionale (Logos). Questo approccio enfatizza l’immanenza di Dio nella creazione.
Il cristianesimo, invece, predica un Dio personale, trascendente e creatore dell’universo, che si è rivelato attraverso Gesù Cristo. Questa distinzione tra creatore e creatura è fondamentale nella teologia cristiana e contrappone il monoteismo cristiano alla visione più immanente dello stoicismo.
Salvezza e Dopo la Morte: Gli stoici vedono la virtù e la saggezza come mezzi per vivere una vita in accordo con la natura e la ragione, senza dare particolare enfasi a una concezione dell’aldilà o della salvezza dell’anima nel senso cristiano.
Il cristianesimo offre una visione della salvezza che si basa sulla fede in Gesù Cristo, sulla sua morte e risurrezione, e sulla promessa di vita eterna. Il cristianesimo ha una forte componente escatologica, con una chiara distinzione tra la vita presente e l’esistenza dopo la morte.
Ruolo delle Emozioni e delle Passioni: Per gli stoici, le emozioni sono spesso viste come disturbi irrazionali da controllare o superare mediante la ragione. Questa visione può portare a un ideale di impassibilità (apatheia) rispetto alle avversità della vita.
Nel cristianesimo, le emozioni hanno un ruolo più complesso e sfumato. Sebbene le passioni disordinate siano considerate peccaminose, le emozioni stesse non sono viste negativamente. Anzi, l’amore, la compassione e la gioia sono centrali nell’esperienza cristiana.
Etica e Moralità: L’etica stoica è fondata sulla razionalità e l’autosufficienza dell’individuo, con l’obiettivo di vivere una vita virtuosa attraverso l’esercizio della ragione.
L’etica cristiana è incentrata sull’amore agapico, il sacrificio di sé e il seguire l’esempio di Cristo. L’obbedienza alla volontà di Dio e l’imitazione di Cristo sono considerate più importanti della pura razionalità individuale.
Comunità e Relazioni Sociali: Lo stoicismo promuove un ideale di autosufficienza e di indipendenza dall’esterno, pur riconoscendo l’importanza del dovere e della responsabilità sociale.
Il cristianesimo enfatizza la comunità dei credenti (la Chiesa) come corpo di Cristo e la centralità delle relazioni interpersonali basate sull’amore fraterno, sull’aiuto reciproco e sul perdono.
Approccio alla Divinità: Nel stoicismo, la relazione con il divino è più una questione di allineamento razionale con l’ordine naturale e il Logos.
Nel cristianesimo, la relazione con Dio è personale e intima, mediata dalla preghiera, dalla grazia divina e dai sacramenti, enfatizzando un rapporto diretto e personale con il Dio trascendente.