Cucinare con la consapevolezza è meditare.

Anni fa, durante un ritiro di meditazione, sono stato tra i volontari in cucina. Cucinare in un ritiro di meditazione è forse un po’ diverso rispetto a farlo in altri ambienti. Lì non si parla se non assolutamente necessario, nessuno racconta fatti o storielle, canta o chiacchera. Ma si lavora, nella piena consapevolezza di ciò che si sta facendo, cucinando con amorevole gentilezza, consci che presto altre persone si ciberanno delle tue creazioni. Cucini desideroso di donare a queste persone il meglio che tu possa offrire, in tutti i sensi, arricchisci il piatto non solo di sapore ma anche di amore.

Quando le persone mangiano, non si nutrono solo della sostanza fisica che hanno nel piatto, ma in qualche modo anche dell’energia del cuoco, energia che chi cucina, volente o nolente, introduce in quello che fa.

Per riempire il tuo ristorante o preparare una cena indimenticabile oltre ad un po’ di cibo hai bisogno di 2 ingradienti “segreti”: presenza mentale e amorevole gentilezza.

 

1° ingradiente: Presenza Mentale

Mindfulness in inglese significa letteralmente “pienezza” di mente. In realtà il concetto sarebbe espresso meglio con “assenza” di mente (naturalmente dipende da cosa intendiamo con mente). Mindfulness è dunque meglio tradotto con Presenza Mentale. È attenzione completa, consapevolezza, conoscenza, accettazione equilibrata dell’esperienza presente. È essere qui e ora senza aggiungere, aggrapparsi all’esperienza o rigettarla. Semplicemente: sei qui.

La presenza mentale è un momento di consapevolezza e comprende non solo il compito a portata di mano, ma anche i pensieri, le sensazioni e tutto ciò che sta accadendo in quel momento.

Allora quando cucini porti la tua consapevolezza al momento presente, a livello sottile, di respiro in respiro. Il coltello in mano, la consistenza della cipolla, l’aroma, la temperatura intorno al fuoco, i suoni vicini e lontani, la brezza dalla finestra e così via. Noti i tuoi pensieri o la loro assenza.

Di pasto in pasto coltivi la consapevolezza anche cucina. Sviluppi questa capacità di essere consapevolmente presente, coltivi serenità e benessere.

Se non sei in grado essere consapevole in quello che stai facendo, al tuo cucinare ad esempio, inizia a meditare seduto immobile, poi camminando e via via meditare dureante lo svolgimento di compiti sempre più complessi. Sviluppi prima la presenza mentale con gli esercizi di meditazione e poi sarà più facile, gioioso e ricco di soddisfazione il cucinare.

Thich Nhat Hanh descrive splendidamente la presenza mentale, sorseggiando un tè. “Bevi il tuo tè lentamente e con riverenza, come se fosse l’asse del mondo su cui la terra gira, lentamente, in modo uniforme, senza fretta verso il futuro, né ricordo del passato, vivi il momento attuale. Solo in questo momento è la vita.

2° ingradiente: Gentilezza Amorevole

Una volta che hai raggiunto la consapevolezza, è il momento di infondere in ciò che cucini la gentilezza amorevole.

Cucinare con amorevole gentilezza è un’esperienza che arricchisce. Il tuo intento amorevole apre l’energia positiva che emani dalla tua area cardiaca (chakra del cuore) verso il cibo e verso chi si stai servendo. L’intento amorevole, di donare il meglio che tu possa offrire, in tutti i sensi, il desiderio che il cibo che prepari sia anche cibo per l’anima, che il tuo cibo possa aiutare le persone a diventare migliori, a superare le loro difficoltà, sarà notato da chi mangerà, anche se magari non a livello conscio.

A lungo andare anche una sottile differenza farà la differenza. Ricorda ad esempio la sensazione che hai avuto quando hai ricevuto un regalo donato con amorevole gentilezza e quell’altra volta in cui l’hai ricevuto sentendo che era solo il compimento di una formalità o di un dovere. Forse il primo regalo, donato con amore, non era oggettivamente più bello, più utile o importante del secondo. Ma il retrogusto lasciato in bocca è completamente diverso.

Mangia il piatto preparato da un cuoco stressato e arrabbiato, posato sul tuo tavolo da un cameriere distratto, o mangia quello di un cuoco che mette tutto il suo amore in quello che fa, portato da un cameriere attento. Uscirai dal ristorante con due sensazioni completamente diverse, a volte persino fisiche. Tornerai nel secondo, difficilmente nel primo.

 

Allora, la prossima volta che devi cucinare prova a introdurre questi 2 ingradienti segreti: cucina con consapevolezza e amore.

Diventa conscio di ciò che tocchi, afferri e muovi. Delle tue sensazioni. Di quello che avviene attorno a te. Senza afferrare nulla ma conscio di tutto. Poi, aggiungi l’amorevole gentilezza, per arricchire sia la tua esperienza che quella di chi mangerà.

Meditare è arricchire la vita.