Immagina per un momento che tu possa vivere immediatamente qualsiasi cosa tu pensi, immagini o desideri. Come immagini la tua vita? É quello che avresti sempre desiderato? Avere una lampada di Aladino incorporata nella tua mente?

Immagina: “Vorrei essere su un isola tropicale a nuotare nel mare azzurro limpido e fresco” – li ti ritrovi immediatamente, in un paesaggio meraviglioso, con le onde che gentilmente ti cullano, poi la mente riparte … e… casca! – “e se ci sono squali?” – eccoli subito comparire attorno a te e, preso dalla paura pensi istintivamente – “mi mangiano!” – ecco comparire il dolore e la sensazione di essere divorato – ecc, ecc…
Non è forse un esempio piacevole ma per la maggior parte delle persone vivere immediatamente qualsiasi cosa pensino, immaginino o desiderino sarebbe un inferno. Vivrebbero su un’altalena di desideri, di gioia e di dolore, desiderando continuamente di essere in un altro posto…

Anche questa vita è un po’ così. Immaginiamo delle cose, le desideriamo e lavoriamo per queste, ci muoviamo e facciamo in modo di realizzarle. In molti casi si avverano anche se perlopiù non esattamente come avevamo immaginato. Poi si intromettono altri eventi e incominciamo a desiderare cose diverse. La gioia ed il dolore si alternano, anche se più lentamente.

Il vantaggio, tra la realtà di questa vita ed il vivere ogni cosa nel momento in cui la pensi, lo possiamo definire materia, corpo. Il corpo ti fa da zavorra, ti rallenta, il corpo si muove lentamente, impiega molte ore per andare da qui all’isola tropicale. Anche questo corpo se è ammalato, se è imprigionato o quant’altro, può farti vivere il dolore come il piacere dei sensi. Vi sono persone che vivono inferni di malattia e di dolore su questa terra. Ma per i più, nella gran parte della nostra vita di privilegiati, il corpo è un enorme vantaggio rispetto al terrore che potremmo vivere se ci ritrovassimo come “fantasmi”.

Se entri nel corpo, se diventi consapevoli del tuo corpo, la mente rallenta, è un picchetto a cui fissare l’aquilone sbatacchiato nel vento. Solo quando il vento sarà una dolce brezza, sarai felice di lasciar andare il picchetto; finché è bufera, il corpo è l’àncora di salvezza per non essere trascinati via.

Per vivere senza corpo e senza crearsi degli inferni, (tutti abbandoniamo il corpo prima o poi) deve prima essere dissolta una parte d’ombra della mente. Dobbiamo imparare a controllare la nostra mente, il flusso dei pensieri, le nostre reazioni,… ed il corpo è utilissimo in questo, un vero tempio per l’anima, per custodirla.

Uno dei primi esercizi di meditazione è proprio quello di diventare il proprio corpo. Nel quotidiano, la nostra attenzione è generalmente dispersa in una miriade di cose. La nostra consapevolezza è lontana dal corpo. Ce ne ricordiamo solo quando ci facciamo male o quando ad esempio sentiamo la fame. Ma subito ci immergiamo in qualche cosa d’alto.

Nella meditazione entriamo nel profondo della realtà. Per entrarci senza disperderci utilizziamo come àncora il nostro corpo. Impariamo a diventarne pienamente consapevoli, cerchiamo di rilassarlo, di “aprire” le giunture, di allungarlo e di rilassarlo ancora. Pensiamo alle mani e diventiamo la nostre mani. Pensiamo alle gambe e diventiamo le nostre gambe. Pensiamo al respiro e diventiamo il nostro respiro.

Come per gioco, porta l’attenzione in sequenza nelle vari parti del tuo corpo, rimani consapevole per qualche istante di quella parte. Senti le unghie dei piedi,…senti la mano sinistra,… senti il braccio destro,… diventa queste parti, tutta la tua coscienza è in sequenza in quella parte. Fallo per qualche minuto, passa tutto il corpo, un po’ in dettaglio o per aree generiche, forse scoprirai sensazioni nuove, alla fine ti sentirai molto più centrato.