Certo hai messo tra i tuoi propositi per il futuro quello di imparare a meditare e di mantenerne la pratica. Pensando a quali altre cose fossero importanti, ho cominciato a ripensare a qualche cosa che ho scritto tempo fa. E qui mi piace ripresentarne qualche estratto: “Fallo Comunque”.
… ho cominciato a pensare quali potrebbero essere dei buoni propositi per il nuovo anno. Una dieta? Un po’ di esercizio? Mettere questo e quello in ordine? … Certamente si tratta sempre di smettere di fare un sacco di cose per poterne fare delle altre (così da poterle smettere a loro volta tra un anno!?). Allora è diventato ovvio che è più importante è darsi un sistema entro cui muoversi, ovvero un “come muoversi” piuttosto che decidere sulle singole mosse. Si, è un darsi dei binari, costruirsi i margini di una strada, delle linee guida, un po’ come i 10 comandamenti cristiani che sostanzialmente istruiscono ad amare e fissano dei punti cardini: “non fare questo, non quello…” per non creare dolore e sofferenza negli altri. Amare Dio, gli altri e te stesso e non ferire tutti questi. Purtroppo spesso gli ignoriamo o pieghiamo e accomodiamo alle nostre esigenze e desideri.
Persino Stravinskij, genio musicale che contribuì rinnovare la musica colta nel ‘900, nelle lezioni che tenne alla Harvard University all’inizio degli anni ‘40 di poetica musicale disse: “La mia libertà consiste nel muovermi all’interno di una stretta serie di regole che mi sono assegnato per ogni mia creazione. (…) La mia libertà sarà più grande e densa di significato più limito le mie azioni in uno stretto campo e mi circondo di ostacoli (…) Più uno si limita, più uno si libera.” Chi conosce la durezza delle regole imposte dai maestri Zen agli allievi o dei ritiri di meditazione, dovrebbe capire il significato profondo di quanto dice Stravinskij.
Ciò che segue è una poesia, una preghiera, una lista di propositi o delle linee guida di come comportarsi se preferisci che forse può donarti un po’ di inspirazione. Sembra siano nati dal Dr. Kent M. Keith che nel 1968, mentre era al Harvard College, aveva pubblicato “The Paradoxical Commandments”. La poesia che riporto è molto simile, si intitola “Do it Anyway” ed è attribuita a Madre Teresa di Calcutta; almeno era scritta su un muro nella Casa dei Bambini a Calcutta. Madre Teresa riporta 8 dei 10 comandamenti paradossali di Kent ed aggiunge “sii felice comunque” e il “rapporto con Dio”, tralasciando “il pensare in grande” e “favorire gli ultimi”, Madre Teresa non aveva davvero bisogno di riportare anche questi due sul muro a Calcutta! Oggi ce ne sono varie versioni, in tutte le forme, con tutte le loro relative traduzioni: cercale, leggile magari in lingua originale (poeticamente migliori), aggiungine, adattale, comunque non importa, fallo ugualmente e comunque,!
Fallo comunque.
Le persone sono spesso irragionevoli, illogiche ed egocentriche. Amale comunque.
Se sei gentile, ti attribuiranno secondi fini egoistici. Sii gentile comunque.
Se hai successo, troverai falsi amici e veri nemici. Raggiungi il successo comunque.
Se sei onesto e sincero, le persone ti inganneranno. Sii onesto e sincero comunque.
Ciò che impieghi per anni a costruire, altri possono distruggerlo in un attimo. Costruisci comunque.
Se trovi serenità e felicità, altri possono essere gelosi. Sii felice comunque.
Il bene che fai oggi, domani verrà spesso dimenticato. Fa il bene comunque.
Realmente la gente ha bisogno di aiuto ma ti attaccherà se la aiuti. Aiuta comunque.
Da il meglio di te e non sarà mai abbastanza. Da il meglio di te comunque.
In ultima analisi, è una faccenda tra te e Dio. Non si è mai trattato di te e loro comunque.