L’amico francescano (e Claudio) dicono una piccola verità: “Sua Santità Papa Francesco non dice nulla che non sia già stato detto nel vangelo. Il fatto che noi ce ne stupiamo, la dice lunga su quanto ce ne siamo allontanati.

Papa Francesco non è dunque un rivoluzionario. Forse è più un ritorno sulla via maestra per il cristiano. Possiamo supporre che questo ha a che vedere con la Sua origine latino americana, dove la spiritualità è più ricca, aperta e vissuta in modo più naturale e meno morboso che in Europa.

Abbiamo già trattato brevemente il tema del giudizio, mente e meditazione. Sai del resto che tutte le grandi tradizioni religiose hanno un precetto comune: “tu: non giudicare”. Non sempre è detto in modo così aperto e inequivocabile e forse è per questo che spesso non se ne tiene conto.  Se vuoi è come se all’essere umano non fosse stato dato “il diritto” di giudicare o, ancor meglio, il giudicare porta l’essere umano fuori strada.

Per chi vuole imparare a meditare o a pregare,  il “non giudicare” è un punto chiave e fondamentale.
Ma torniamo a Papa Francesco.

L’importanza epocale di Papa Francesco

 

Un po’ di storia.

 

Nel nostro piccolo, ci piace sottolineare l’importanza epocale di Sua Santità Papa Francesco, specialmente per la stupenda città Verona. Un po’ di chiacchere:

In quasi tutte le tradizioni nate da un grande Maestro, si sono formate fazioni contrasti alla dipartita di questo. Ogni fazione si ritiene quella vera e giusta. Accade oggi come accadde 2000 anni fa. I primi secoli DC sono contornati da scontri armati, tra monaci e credenti cristiani che bruciano e si uccidono perché l’altro pratica in modo diverso o diffonde idee diverse (eretiche). Poi, nel medioevo, la conversione “a fil di spada” è la norma, basti pensare per esempio a Carlo Magno.

Ma parliamo di Verona.

Forse non sai che Verona è ha dato i natali all’inquisizione medioevale. Infatti Papa Lucio III, fuggito da Roma in rivolta, giunge a Verona il 22 Luglio 1184. Qui, a San Zeno, riunì il sinodo alla presenza dell’imperatore Federico Barbarossa.  I motivi di scontro tra Imperatore e il Papa erano molti e si cercavano degli accordi. Poi le prosperose Provenza e Linguadoca (sud della Francia) erano terre di Carati da molti desiderate (Avignon, Paris,…). Fatto sta che Papa Lucio III promulgò la famosa bolla Ad abolendam in cui si dichiararono eretici i Catari, Patarini, Valdesi e Arnaldisti e si specifica che il vescovo ha l’obbligo di cercare nella sua diocesi eventuali gli eretici per processarli (da qui il termine di “inquisire”, ricercare). La pena per l’eretico, che rifiuta la conversione, è la confisca dei beni. In più, da questo momento, puoi essere accusato di eresia anche in via anonima! Basta che il tuo vicino o concorrente sia invidioso, che anonimamente ti fa finire sotto processo, senza che tu sappia chi ringraziare e, se va male, ti tolgono tutto.

Nel 1185 Lucio III morì e fu sepolto nel Duomo di Verona. Urbano III venne incoronato nuovo Papa a Castel San Pietro alla presenza di Barbarossa, sempre a Verona.

Dei Catari poco si sa in realtà, perché il più è andato distrutto. Certo è che crearono una propria istituzione ecclesiastica parallela, dove i “perfetti” non potevano possedere nulla, erano vegetariani e contrari a qualunque tipo di violenza, neppure per difesa personale…e predicavano una cosmologia dualistica in cui il male era opposto al bene e il nostro mondo era nel regno del male, noi quindi nel male e Dio dall’altra parte; Cristo non si era  incarnato ma solo divenuto visibile e questa era una eresia già nota (vedi anche reincarnazione  e chiesa). I Catari furono repressi violentemente prima dal potere politico (terre ricche e rigogliose) e poi gli fu dirottata contro una crociata. Furono sterminati. Per quel che si sa: i pochi Catari rimasti si rifugiarono a Sirmione.

Circa 100 anni dopo la bolla Ad abolendam, e Verona è scomunicata per aver appoggiato l’imperatore!! Non sembra che hai veronesi fosse cambito molto ma era bene ritornare nelle grazie. Il cronista veronese De Romano riferisce che dopo l’assedio di Sirmione, 166 Catari vennero imprigionati da Mastino della Scala nel 1276. Suo fratello Alberto mise tutti al rogo nell’arena di Verona nel 1278. Prima, nel 1233, fatto di cui però parla solo Paride da Cerea, una altra sessantina di altri eretici appartenenti a prosperose famiglie di Verona (grazie a qualche invidioso?) furono anch’essi bruciati. La scomunica fu tolta. Dalla confisca dei beni di Lucio III, si era andati ben oltre.

Le motivazioni di tanta violenza hanno spesso a che vedere più con il potere e il controllo sociale che con la fede. Ancora oggi la coscienza del Mondo è piuttosto bassa, al tempo dei romani o nel medioevo le società erano ancor più violente. Come già detto, risolvere le controversie con la violenza era del tutto “normale”.

Verona dunque ha dato una spinta importante alla nascita all’inquisizione medioevale. Nulla di strano se dunque ancor oggi nella città viene accettato tutto e solo ciò che è già assodato, tradizionale e accettato dal potere in carica. Niente cose nuove o strane, prego. Troppo rischioso. Come dargli torto? Ci sono molti ricordi tristi di invasioni e invasori.

Cosa centra tutto questo con Sua Santità Papa Francesco?

Chi sono io per giudicare?

 

Alla base di qualsiasi controversia c’è il giudizio! Il giudizio separa. Senza giudizio non può esserci controversia. Non è possibile essere in accordo o in disaccordo senza aver prima formulato un giudizio. Poi, alla base della violenza c’è la controversia. Senza controversia non ci sarebbe ragione per la sopraffazione e la violenza: “vuoi questo…, lo voglio anch’io! Quindi ti anniento così lo prendo io”. Dunque: alla base della violenza c’è un giudizio.

Il Papa che dice: “Chi sono io per giudicare?” passa un colpo di spugna su migliaia di anni di cultura inquisitoria e dunque violenta. Un colpo di spugna non per nasconderli, ma ne toglierne la pietra angolare.

Nel medioevo la chiesa assume la scomoda posizione giudicante di ciò che è corretto da ciò che non lo è:  con la scomunica, diventa colui che “decide” chi può attraversare il ponte (pontefice) e chi no. Il ponte non è aperto a tutti e, quasi quasi è l’uomo che decide chi passa e chi no. Ovvero, se per convertirti o mondarti devo usarti violenza, questa è per il tuo bene.

Con una semplice fraseChi sono io per giudicare?”  Sua Santità Papa Francesco ha interrotto tutto questo (se sarà recepita veramente).

Viva dunque Papa Francesco!

Torniamo nel nostro seminato

 

L’unico modo di uscire da un clima oppressivo e inquisitivo è quello di interrompere il giudizio.
L’assenza di giudizio toglie l’ovatta che oscura la mente
(<- sugg.: rileggi questa, non è semplice! 😆 ).
Se preferisci: il giudizio crea opinioni e congetture. Come puoi pensare di meditare con l’ovatta nella mente?

Non è chiaro?

Parafrasando l’inizio del famoso libro 101 storie Zen (Adelphi):

– il professore universitario va da Nan-in, maestro Zen. Nan-in servì il tè. Ma nonostante che la tazza del professore fosse ricolma, continuò a versare e versare e versare. Il professore non riuscì più a contenersi. «È ricolma! Non ce n’entra più!» disse rabbioso e indispettito. –

Come questa tazza, sei ricolmo dei tuoi giudizi, opinioni e congetture. Come puoi avere una mente pulita*, se prima non vuoti la tua tazza?”

[*Imparare lo Zen.]