Tutti i grandi maestri spirituali, tutte le incarnazioni divine, hanno detto che:

la ricerca del denaro, ti porta fuori strada rispetto alla tua realizzazione.

Gesù per esempio dice, “non puoi servire Dio e Mammona” (Mt 6,24 e Lc 16,13). Alcuni commentatori aggiungono che intendeva inseguire il profitto, il guadagno e la ricchezza materiale in modo rapido e disonesto ed altrettanto sprecarlo in lussi e piaceri. Ma che nel fare soldi non c’è nulla di male.

Forse hanno ragione, forse no….

Sentirsi ricchi

Innanzitutto è esperienza comune che l’essere ricco, il sentirsi ricchi è uno stato relativo che poco ha a che fare con il conto in banca.

Dai 1000 euro a un barbone, si sentirà come Bill Gates.

Dai 1000 euro a uno che non sa come ripagare il suo mutuo di 1.000.000 euro e non si sentirà ricco.

Puoi sentirti povero con una casa, il frigorifero e le tasche piene. O ti puoi ricco avendo una ciotola per chiedere la carità e un saio.

 

Come tutto nel mondo,

l’assenza di pace nella tua mente non dipende dagli oggetti, dallo stato materiale,  dall’esperienza di per sé,

ma tua percezione di questi oggetti, stati ed esperienze, di come li vivi.

 

Ma allora?

Si: i soldi sono una forma di energia,

un potenziale per fare delle cose.

Come l’accumuli questa energia e come la usi fa differenza!

 

Ma tornando a Cristo,

dice anche: “… vendi tutto, dallo ai poveri  e seguimi … com’è difficile entrare nel regno di Dio! E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Mc 10,17)

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p style=”padding-left: 30px”>Sappiamo che probabilmente “il cammello” nasce un errore di trascrizione di 1 lettera dell’alfabeto greco dove qualcuno trascrisse “kámêlon” –cammello– al posto di “kámilon” –gomena-. Quindi il discorso originario sarebbe stato: “è più facile che una gomena passi per la cruna di un ago,…” in fondo stava parlando a dei pescatori che tessevano reti, è più logico si trattasse di una gomena.
Ma comunque sia il concetto non è diverso. E Il cammello è più paradossale. È un’immagine che rimane più impressa per la sua forza evocativa e rappresentazione di una situazione assurda. Benvenuti dunque a coloro che difendono a spada tratta ogni singola parola delle sacre scritture come infallibile e verità immutabile.

Andiamo avanti:

Il buddha dice lo stesso. “Lascia ogni avere“…

O Lao Tze: “…le ricchezze fanno degenerare lo spirito umano…”

 

Ma allora ci devono essere delle trappole mentali legate alla ricchezza.

Io le chiamo le 4 “A” della ricchezza.

 

Le 4 “A” della ricchezza

Osserva i ricchi,

noterai che nella loro mente, tendono a crescere uno o più stati che possiamo sintetizzare in queste 4 “A”:

Avarizia, Attaccamento, Arroganza e Attenzione.

  • L’Avarizia

L’avarizia, la prima, è ovvia per tutti.

Molti ricchi anche se non tutti ma specialmente quelli nati poveri, che hanno vissuto situazioni di ristrettezza e sono diventati ricchi, tendono a chiudere la loro mente e il loro cuore alla sofferenza degli altri.

Entrano nella sistema darviniano della lotta per la sopravvivenza. Dove il più forte “vince”.

Questo comincia a separare il loro sé da quello degli altri.

Nasce dunque l’avarizia e il desiderio di accumulare.

E non fanno fluire il denaro per accrescere il benessere degli altri.

Il cuore si chiude in una inutile sofferenza, auto inflitta.

E la percezione di essere separati dal mondo si rafforza.

L’avarizia dal denaro si trasferisce all’amore, alla capacità di donare il proprio cuore, che si rinsecchisce creando un vuoto affettivo intorno a queste persone.

 

  • L’Attaccamento

Come l’avarizia, anche il secondo atteggiamento mentale, l’attaccamento è deleterio per il nostro essere.

Ti impedisce di aprire le braccia e le mani e riempie il tuo essere di paura.

Nascono la paure dei ladri, del cambiamento, di lasciar andare…

E ti trasforma in un essere rigido, anche qui con un falso senso del sè.

La schiena diventa rigida e fa male. E diventi rigido come un bastone, guardingo come un cane rabbioso.

Dalla paura nasce la rabbia e l’aggressività. E se mi fai paura ti invado e ti anniento, se posso. Se invece sei più forte di me, mi racchiudo nella mia fortezza e divento un ossessivo, un malato mentale.

Con l’attaccamento, si perde il senso del dare il giusto valore alle cose. Quella capacità di ammirare e lodare l’opera di un artigiano, di stupirsi e inondarsi di bellezza davanti ad un opera d’arte, di ringraziare per quello che hai e di prendertene cura… senza creare sofferenza e generare egoismo.

  • L’Arroganza

E entriamo nel regno dell’ego.

Il terzo atteggiamento è invece più comune a chi viene da famiglie ricche di tradizione, ma non solo.

La sensazione di essere ricco, ti fa sentire onnipotente. “Posso parcheggiare in sosta vietata, tanto la multa non mi cambia nulla.”

“Posso abusare di chi mi aiuta, tanto ho a disposizione milioni di poveri disposti a prendere il posto di questi abusati. Non gli sta bene, che se ne vadano.” Posso pretendere lo ius primae noctis,…

E si perde il rispetto nei confronti degli altri. Nasce un profondo super-egoismo.

E davanti a chi ha meno, nasce una sensazione di essere superiore. “Tocca a me perché sono privilegiato”.

E ti passo davanti.

Con questa sensazione di onnipotenza si arriva a dare poca importanza persino alla propria vita.

A rischiarla in futilità.

E di nessuna o poca importanza diventa alla vita degli altri.

L’arroganza fa crescere nel ricco un falso ego, gonfio come un rospo, vuoto.

 

  • L’Attenzione

L’attenzione, l’ultimo è il più subdolo degli atteggiamenti mentali.

Il ricco ha molti impegni, deve dedicare molto tempo e attenzione a gestire le sue proprietà, i soldi, il lavoro, i dipendenti, …

Potremmo dire con John Lennon che la vita diventa quella cosa che ti passa accanto mentre sei occupato a fare dell’altro.

Il nostro tempo, come esseri umani è limitato,

Scorre e non ritorna.

É come se fossi su un treno che viaggia a tutta velocità verso una meta che non conosci, alla quale non presti attenzione,

mentre sei tutto intento a fare addizioni e sottrazioni.

Il risultato potrà essere 0, 100 o 10.000 ma cosa cambia?

 

 La falsa immunità del povero

Ora certamente dirai:

ma se guardiamo a fondo, e ripensiamo alla relatività della ricchezza,

non c’è dubbio che ci siano

persone più povere di noi, ma avare, che non darebbero mai il poco che hanno per salvare altri,

altre attaccate al poco che hanno, rigide come bastoni,

o più arroganti, che si sentono migliori di tutti gli altri.

come è indubbio che si siano poveri talmente attenti a sopravvivere, che riescono a non pensare ad altro.

 

 

Quindi ritorniamo al punto di partenza:

non è la quantità di denaro, le case,… ma sono le 4 “A” che ci distolgono dalla strada.

 

É quantomeno vero che è estremamente difficile che in un ricco non nasca almeno 1 di questi 4 atteggiamenti mentali,

è quindi più facile che un cammello passi attraverso una porta stretta, piuttosto il ricco non sia deviato da uno di questi atteggiamenti se non da tutti e 4!

 

D’altra parte, essere povero ma attento al denaro non ti rende immune da Avarizia, Attaccamento, Arroganza e Attenzione deviata.

 

É per questo che questo “lascia tutto“, è da intendere sia come materialità ma ancor prima come atteggiamento mentale.

 

Ma la maggioranza delle persone,

anche se lasciassero tutti i loro beni,

non riuscirebbero a lasciar andare questi 4 atteggiamenti mentali.

Anzi, da poveri il loro desiderio di denaro e confort aumenterebbe,

rinforzando queste 4 malattie.

 

Ecco perché nessuna dottrina pretende che tutti seguano le orme del Cristo o del Buddha o di Lao Tze o …

La maggior parte delle persone in questa umanità non è pronta.

 

Cosa puoi fare allora?

Puoi osservare la tua mente,

e stare all’erta,

diventare consapevole,

 

e quando vedi nascere in te uno di questi 4 atteggiamenti,

tagliali la testa senza pietà,

 

ti sentirai diventare ricchissimo!